L’episodio 100, ultimo capitolo della prima stagione di Hercai – Amore e Vendetta, è un viaggio carico di emozioni, colpi di scena e tragedie che lasciano il pubblico senza fiato. In un crescendo drammatico che fonde speranza e disperazione, vediamo la resa dei conti tra amore, vendetta e perdono.

Tutto inizia con una confessione sorprendente: Miran dichiara a Firat di aver rinunciato alla vendetta. Questa rivelazione scuote ogni equilibrio, lasciando Firat felice ma scettico. A distanza, Sultana origlia e si domanda se anche Azize, la regina delle tenebre e della vendetta, abbandonerà finalmente la sua crociata sanguinaria.

Nel frattempo, la famiglia Şadoğlu si riunisce attorno al tavolo in un clima di festa. Reyyan rivela a tutti che Miran ha davvero messo fine alla sua sete di vendetta. Le reazioni sono miste: Azat è incredulo, Anife è scioccata, ma alla fine tutti tirano un sospiro di sollievo. È la fine di un incubo.

Ma non per tutti. Elif, sola nella sua stanza, ascolta le parole sulla fine della vendetta e piange. Nel suo cuore, la rinuncia di Miran rappresenta anche la fine del suo fragile matrimonio con Azat. La sua angoscia cresce quando rifiuta persino di incontrare Reyyan, chiudendosi nel suo dolore.

Contemporaneamente, Azize si rifugia nel cimitero, davanti alla tomba di suo figlio Muhammad Aslanbey. Con il cuore spezzato, giura vendetta. “Mi vendicherò per te, per ciò che ci hanno fatto”, sussurra con rabbia, rivelando di non aver mai dimenticato né perdonato. La pistola nella sua mano indica che la guerra non è finita.

Azat si prepara a partire, apparentemente per una visita alla madre malata. Ma Miran lo raggiunge di corsa, temendo per Elif. Gli confida che è arrivato il momento di agire. Allo stesso tempo, Azize prende una decisione estrema: farà in modo che Azat muoia, anche se questo significa infrangere ogni giuramento.

In un momento di delirio, ordina la distruzione della tomba di Dilşah, madre di Miran, come atto simbolico di distruzione e rabbia. È pronta a tutto. Non è più la nonna fragile: è un’ombra assetata di sangue.

Nel palazzo, Andan ha un malore improvviso: sta per partorire. Ma Azize invade la villa armata, circondata dai suoi uomini, e chiede che le venga consegnato Azat, minacciando di uccidere suo figlio se non obbediscono. Tra urla, pianti e tensione, la famiglia è bloccata, incapace di agire. Anife implora pietà, ma Azize non si lascia commuovere.

È in quel momento che arriva la polizia con una notizia sconvolgente: Elif è stata trovata morta vicino al ponte, trascinata via dalle acque. Indossava il suo abito da sposa e aveva lasciato una lettera struggente: “Sto andando a stare con mia madre e mio padre. Addio.”

La notizia gela il sangue a tutti. Azize, sconvolta, esplode in un grido di dolore: “No, non può essere Elif!” Azat corre nella sua stanza, sperando di trovarla ancora viva. Ma la tragedia è confermata.

Nel caos, Andan crolla dal dolore, tra le grida di parto e il panico crescente. La tensione si trasforma in tragedia reale, in un contrasto straziante tra la vita che sta per nascere e quella che è stata appena persa.

Nel cortile, la polizia legge la lettera di Elif davanti a tutti. Le lacrime scorrono, gli occhi si abbassano, e la vendetta che doveva finire con la pace si conclude invece con la morte.

L’episodio termina con Azize che crolla, vinta da se stessa, dai suoi errori, dalla sua solitudine. Tutto ciò per cui aveva combattuto le si ritorce contro. Il dolore della perdita di Elif è più forte di qualsiasi vendetta. Reyyan e Miran si stringono in un abbraccio disperato. La guerra è finita, ma il prezzo pagato è troppo alto.